domenica 12 febbraio 2017

Capri, il castello


Capri, la perla del Tirreno, l'isola delle sirene, cantata da poeti e musicisti, milioni di turisti da tutto il mondo e per tutto l'anno: I faraglioni, la Grotta azzurra, monte Solaro, la Piazzetta e altro....Chi penserebbe oggi a Capri come sede in una struttura militare, un castello? Ma, cominciamo dall' inizio.
Prima di tutto il nome: , alcuni sostengono la derivazione dal greco antico Kapros (cinghiale), altri dal latino Caprae (capre). Scavi archeologici testimoniano la presenza di vita primitiva sull'isola: la sua storia è legata al Mar Mediterraneo e ai popoli che lo hanno attraversato e hanno colonizzato le coste meridionali della penisola, Fenici, Greci e altri. Dei primi abitanti troviamo traccia in Virgilio ( Eneide, VII, 733 ss.) che elenca i nomi dei popoli nemici di Enea e accenna a Ebalo, figlio della ninfa Sebetide e di Telone, re dei Teleboi di Capri e signore di gran parte della Campania. I Teleboi erano una popolazione propveniente dall'Acarnania, una regione della Grecia affacciata sul mar Ionio.f
Ottaviano Augusto ,il princeps romano fece dell'isola un suo dominio privato nel 29 d.C., mentre il suo successore, Tiberio, ne fu il primo villeggiante famoso. Egli la scelse per ritirarsi dalla vita politica di Roma, e fece costruire la Villa Jovis dove fissò la sua dimora.
Nei periodi successivi alla caduta dell'Impero romano, e dopo varie dominazioni, Capri passò sotto la repubblica di Amalfi. Il Mediterraneo non era più il mare nostrum, numerosi erano in nemici che si aggiravano per qual mare, i potenti vicini del Ducato di Napoli, ma soprattutto i pirati Saraceni.
Per difendersi occorreva stare in guardia e sorvegliare “lo nero periglio che vien da lo mare”. Fu così che, probabilmente alla fine del IX secolo, sulla collina dell'isola, a più di 400 metri sul livello del mare, su una spianata dell' attuale monte Solaro, nel territorio oggi del comune di Anacapri, fu eretto un castello.
Gli storici, per dimostrarne l'esistenza, riferiscono di un documento del 988, che assegnava a un tal Giovanni, conte di Capri, «unam silvam ad angulum ipsum castellum».
Un riferimento più moderno lo troviamo in “ Capri “, di Alberto Savinio ( 1988, Ed.Adelphi), pittore e scrittore, che nel 1926, in visita nell'isola, descriveva l'esplorazione al “ Castello e la Torre che sovrastano la punta orientale di Capri”.
I ruderi attuali mostrano una pianta quadrangolare,e nella parte più alta quella che doveva essere il nucleo centrale della costruzione, e la zona residenziale .C' era una cappella e un un piccolo campanile, oltre a una cisterna.
L'isola attraversò un periodo di tranquillità fino alla conquista normanna avvenuta poi nel 1139. I normanni, nel 1129, per piegare Amalfi, attaccarono e presero prima le isole Li Galli, quelle tre isolette al largo di Positano e quindi Capri, dove uccisero tutti . Capri perciò, con Amalfi e Napoli, enrtò a far parte del regno normanno di Sicilia.
Il castello era originariamente collegato al centro abitato di Capri, di cui costituiva la più importante difesa, tramite una lunga murazione e delle torri di cui sono rimaste soltanto due di forma circolare, costruite in epoca angioina.
Come accadeva per tutti i vecchi castelli medioevali di tutta l'Europa , anche quello caprese dovette essere ammodernato e ristrutturato con nuove mura e torri cilindriche per difendersi dalle nuove tecniche di assedio e soprattutto dalle nuove armi da fuoco, cannoni e mortai.
Gli assalti dal mare nel corso dei secoli furono numerosi e nel 1535 l'isola fu presa dai pirati saraceni guidati dal famoso Barbarossa, Khayr al-Din , che distrusse il castello, rapinò e prese schiava tutta la popolazione.
Da allora, malgrado le buone intenzioni e una parvenza di inizio lavori, la fortezza non fu mai più ricostruita e completamente ignorata fino agli inizi del XIX secolo.
Era il periodo post rivoluzionario francese, le armate napoleoniche vincevano su tutti i fronti, c'era guerra continua tra Francia e Inghilterra e Napoleone imperatore, a governare Napoli furono mandati prima Giuseppe, il fratello di Napoleone, e quindi Gioacchino Murat, il marito di Carolina Bonaparte. L'isola era stata presa dagli Inglesi nel 1806, che ricostruirono il castello e lo rinforzarono, con adeguata guarnigione e armamanti puntati contro la capitale del regno. Renata de Lorenzo in “ Murat “ (2011 Salerno Editrice) parla non solo di 1800 soldati ma di “ 5 forti ben armati”.
Ma due anni dopo i soldati francesi guidati da Gioacchino Murat riconquistarono l'isola con uno storico attacco ad Anacapri, dove circondarono e presero il Forte. I francesi completarono l'opera di fortificazione dell'isola, realizzando una cinta muraria (oggi ancora visitabili) e restarono a Capri fino al crollo dell'impero napoleonico e al ritorno dei Borbone nel 1815.
Verso la metà del secolo, l'interesse per i reperti archeologici e per l'ambiente mediterraneo portarono viaggiatori a visitare l 'isola e le rovine del castello.
Alla fine dell' 800 il castello fu acquistato, insieme al territorio circostante, dal medico svedese Axel Munthe, che era accorso a Napoli nel 1884 per curare i colpiti dall'epidemia di colera di quell'anno. Innammorato di Capri, egli acquisto il vecchio castello e si costrui la villa San Michele a Anacapri, dove visse dopo essersi ritirato dalla vita pubblica. Dopo la sua morte, il castello fece parte della Fondazione Axel Munthe e fu proprietà del Consolato Svedese che ha sede nella villa.
Nel 1938, fu costruita una strada di collegamento dal castello al centro abitato. Nel 1957 fu effettuato un intervento di restauro, furono abbattuti ruderi del mastio centrale e della cappella, per ricavare lo spazio necessario ai nuovi edifici per abitazione privata.
Degli antichi elementi di difesa rimangono due torri, situate nella parte inferiore della struttura, una a pianta quadrata, costruita in epoca sveva e un'altra, a pianta circolare, di età angioina.
L’immobile oggi è ad uso abitativo privato, ma non se ne conosce la proprietà e sembra sia messo in vendita.